Con questa prima esposizione di fuga reale, che presenta un soggetto della durata esatta di due battute,
inizio ad affrontare la pratica di questa nuova organizzazione.
Il primo ascolto mi dice che le voci libere possono completare coerentemente
la frase del soggetto o della risposta o possono prepararne l'introduzione.
Come succede nel procedimento delle imitazioni,
penso che solo le voci libere possano legare il tutto,
per dare forza, coerenza e drammaticità
ad una costruzione così schiettamente ingenieristica.
Di cui però ho deciso di studiare la logica strutturale.
Così ho scritto questo primo soggetto (sopra) di due battute
che si mantengono chiaramente nella regione del Do.
La risposta è una imitazione alla 5a superiore (o 4a inferiore) per moto parallelo.
Sistemate le quattro entrate di soggetto e risposta nelle voci che le conterranno
ho scritto il controsoggetto
rivoltabile (CS) del soggetto.
Il controsoggetto della risposta si ricava naturalmente trasportando
il controsoggetto del soggetto alla 5a superiore o 4a inferiore.
L'imitazione parallela del controsoggetto sulla risposta introduce una
alterazione (F#)
che ci trasporta nella tonalità di Sol.
Naturalmente le entrate sono troppo vicine (a battuta 3 entrano tutte le voci).
Ma l'obiettivo è quello di sperimentare e approfondire
questa nuova dialettica di soggetto e risposta.
Che è abbastanza semplice per quanto riguarda la fuga reale
ma si complicherà parecchio con la fuga tonale.
Il soggetto di questa esposizione (sopra) si allunga di una battuta rispetto al precedente,
e questa volta occupa tre battute.
Soggetto-risposta e controsoggetto sono evidenziati
e questo favorisce anche una visione chiara delle parti libere,
che si aggiungono alle due voci obbligate con il compito di introdurle o completarle.
Inizio ad intuire la possibilità di un secondo controsoggetto e provo ad inserirne alcuni estratti.
Devo sviluppare strutture ritmiche più articolate e certe.
Le parti libere devono avere carattere di progressione o imitazione
e presentarsi su tempi complementari rispetto alle voci obbligate.
L'esposizione sopra è in 3/4 e nel modo minore.
Nei suoi quaderni di appunti Adrian accoglie l'impostazione di A. Gedalge
che raccomanda di rispondere al soggeto nel modo minore,
con una modulazione alla tonalità minore vicina
che costruisce la sua tonica sul quinto grado della tonalità del soggetto.
Ovvero se il soggetto è in La minore la risposta sarà nella tonalità di Mi minore.
Gedalde definisce poi queste tonalità minori utilizzando la scala minore armonica.
Quindi le due tonalità in rapporto di soggetto e risposta saranno costruite sulle note di queste scale,
La
Si
Do
Re
Mi
Fa
Sol#
La
Mi
Fa#
Sol
La
Si
Do
Re#
Mi
che abbiamo definito come scala minore armonica. Come sappiamo questa scala non risolve il problema dell'intervallo dissonante tra il VI e il VII (Fa-Sol#),
come in seguito farà la scala minore melodica.
Quindi questo intervallo sarà da evitare quando possibile.
Ascoltare questa realizzazione (sopra) mi provoca un leggero giramento di testa.
Anche questa realizzazione (sopra) è in modo minore (soggetto in Lam, risposta in Mim).
Sopra si presenta la rappresentazione grafica di come sono distribuite le voci obbligate
(Sogg-Risposta e controsoggetto).
Al contrario dell'esposizione precedente che non presentava i benefici che comporta
il carattere rivoltabile del controsoggetto, in quest'ultima esposizione di fuga reale (sopra)
il controsoggetto si presenta rivoltato (tra battuta 3-5 e 6-8)
per evidenziare i vantaggi del contrappunto doppio,
che nella realizzazione precedente rimanevano solo impliciti.
Nella realtà compositiva i benefici del contrappunto doppio si manifesteranno
dopo l'esposizione, coè quando si presenteranno gli ambiti armonici
che seguono l'esposizione.
In quest'ultima esposizione la voce più bassa propone una sfacciata funzione di accompagnamento
ma riascoltandola mi compiaccio per i progressi qualitativi e organizzativi,
mi sembra che grazie a questa nuova organizzazione, l'idea musicale inizi a manifestarsi e prendere forma;
in modo ancora debole e intermittente inizia ad affacciarsi tra una voce e l'altra,
o più spesso e brevemente, in un impasto sonoro felice.
Sono sicuro che imparerò a comporre buona musica (come prometteva Wendel Kretzschmar).
Sono sicuro che si può studiare, si può imparare e praticare con risultati attendibili.
Non sono sicuro del mio talento, ma sono certo che si può imparare a scrivere buona musica.
Ed è questa idea che il diario che scrivo vuole affermare, o nel peggiore dei casi potrà smentire.
Io ho una sola certezza: so esattamente qual'è l'oggetto di questa ricerca.
E ho deciso di documentare questa indagine e i suoi esiti
(forse la ricerca è il soggetto e gli esiti sono la risposta).
Ascolto volentieri quest'ultima realizzazione di fuga reale
Rimango affascinato dall'armonia e dalla melodia vaganti,
legate dalla struttura logica superiore di soggetto-risposta che le motiva e le sostiene.
Forse mi catturano perchè conformi al mio umore
o forse perchè hanno un consumo molto lento
e un'abbondanza di promesse accennate, di sviluppi possibili.