I mecenati

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a trasformare il web in un luogo sgradevole e a volte insicuro.

Osservo che la rete ha in larga parte abbandonando la sua vocazione originaria,
quella mettere in comunicazione le genti, per assumere la forma più primitiva di impiego,
che la riduce ad essere un'enorme fiera campionaria dove si vuol vendere tutto a tutti,
carpire dati, gusti, opinioni, tendenze, desideri, sogni.

Io non voglio vendere niente e non voglio convincere nessuno.
Tutto il contenuto di queste pagine è libero e accessibile a tutti; non accetterò mai inserzionisti
e non chiederò un'iscrizione con cui si acquista, in cambio dei propri dati, il diritto di accesso a contenuti nascosti o vincolati.

Ho inserito un unico pulsante PayPal, al fondo di queste righe
che permette di fare una piccola donazione volontaria e libera,
una sorta di biglietto di ringraziamento da chi ha trovato piacevole la lettura di questa storia,
e inaugura una forma nuova di mecenatismo popolare e moderno.




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Questo pulsante è anche il misuratore di un mio esperimento interessante e temerario:
sarà pronta la grande rete che connette tutto il mondo
a dare vita ad una forma di mecenatismo popolare,
sottraendo il controllo dell'arte al Principe?

So bene che le strade illuminate della rete sono quelle commerciali,
che il dibattito culturale è un brusio intermittente e lontano
dove nessuno ha tempo di ascoltare.
Importa di più vendere, convincere, affermarsi, diffamare, apparire,
e difficilmente questo canto solitario riuscirà a raggiungere i suoi destinatari,
anime come la mia, sognatori, acchiappanuvole, perdigiorno.
Mi rendo lucidamente conto che questo pulsante non è che una provocazione
e serve a dimostrare che no, la rete è altro. Peccato per l'occasione persa.

Ma dichiaro che proseguirò in ogni caso.
Forse le pagine verranno aggiornate in tempi più lunghi
cioè nei tempi che riuscirò a ritagliarmi dal lavoro di cui vivo.
Ma questo progetto continuerà,
libero, gratuito e accessibile a tutti.

E questo è solo l'inizio.

adriano@diariomusicale.com