Dopo la scala di B, per comodità grammaticale useremo come alterazione il il G bemolle
Quindi invece di F#, che avrebbe dato luogo a molti doppi diesisi,
scriveremo il suo equivalente enarmonico Gb.
Poi il Maestro mi ha suggerito ancora di evidenziare le note diverse da quelle della scala di Do,
per dimostrare che le differenze tra una scala e l'altra sono progressive.
Quando gli ho consegnato la tabella è rimasto a lungo a osservarla e ha poi voluto appenderla davanti al piccolo pianoforte
da muro presente nello studio di musica,
dove tiene le sue lezioni.
Dice che ci lavoreremo spesso e sarà utilissima per costruire e interpretare gli accordi.
Poi ha voluto farmi osservare alcune cose interessanti, che riporto qui sotto.
Per quello che mi ricordo, perchè le osservazioni
sono state come al solito numerose, articolatissime
e trasmesse con quell'urgenza oratoria carica di passione
che me lo rende caro e mi ha convinto a riconoscerlo come mio Maestro.
|
Questa tabella (sopra) è il cuore del Sistema.
Da qui si parte per costruire il tutto.
Intanto questo elenco definisce tutte le scale maggiori e poi le ordina per similitudine.
Le più vicine avranno solo una nota di differenza tra di loro, poi 2 note, 3 note e così via.
Questa tabella ci indica anche quali suoni sono comuni tra una scala e l'altra.
Quando verrà il momento di comporre, sarà molto utile sapere che
tra la scala di C Maggiore e quella di B Maggiore, ad esempio, ci sono solo 2 note comuni (B ed E).
L'altra osservazione ovvia è che le scale vicine possono essere ordinate per quinte giuste,
seguendo il verso orario del circolo delle quinte (sotto),
o per quarte giuste, seguendo il verso antiorario della circonferenza
Entrambe questi intervalli (quinte giuste e quarte giuste),
conducono ad una tonica su cui si può costruire una scala Maggiore
che ha un solo suono che diverso da quella di partenza.
Per esempio la scala di C e quella di G (la sua quinta) hanno una sola nota differente (F#)
come la scala di C e quella di F (la sua quarta), anche queste con una sola nota che le distingue,
il B che è naturale nella tonalità di C e bemolle nella tonalità di F
|
Queste ultime considerazioni sono rappresentate graficamente dal circolo delle quinte,
che sto per mostrarti e che propongo alla tua massima attenzione.
A questo punto il maestro ha tirato fuori da
un cassetto un cartello,
preparato per una conferenza alla Società del Bene Comune,
che mi ha mostrato con grande entusiasmo e che riporto qui sotto. |
Graficamente il circolo delle quinte si può rappresentare come il quadrante di un orologio
con le 12 tonalità al posto delle ore.
In senso orario le tonalità procedono a distanza di 5e ascendenti. (C-G).
In senso antiorario procedono a distanza di 4e ascendenti (o 5e discendenti). (C-F).
Questo grafico mostra anche l'armatura di chiave che definisce la scala e la tonalità corrispondente.
Vicino alla tonalità maggiore è specificato anche il modo relativo minore di quella tonalità,
che si costruisce sul sesto grado
di quella maggiore.
La rappresesentazione grafica del circolo delle quinte porta inevitabilmente a pensare alle 12 tonalità
come le ore dell'orologio e alle 7 note della scala come i 7 giorni della settimana.
Del resto, se il materiale costitutivo della pittura è lo spazio,
quello della musica è il tempo, e su questa ipotesi vorrei esprimere alcune considerazioni.
Quest'ultimo pensiero ha determinato una direzione più teoretica,
che ha portato il Maestro ad affacciarsi sui vasti territori della filosofia speculativa,
"la musica è il nostro modo di rendere sonoro il tempo"...
E' questo il suo modo preferito di terminare le lezioni.
|