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I quaderni di Adrian Leverkühn

I quaderni di Adrian contengono le trascrizioni complete delle lezioni di Wendel Kretzschmar, organista di Halle, e unico musicista che il nonno riconobbe come suo maestro di composizione.

I primi quaderni presentano un'esposizione metodica del pensiero musicale di Kretzschmar, che divide la sua trattazione
in un arco di 18 lezioni, raccolte da Adrian nel quaderno intitolato "Armonia Nr. 1".

Dopo una lunga pausa la compilazione dei quaderni
riprese nel 1905 a Lipsia, dove Adrian si era trasferito per frequentare la prestigiosa università di quel centro.
A partire da questa data i suoi scritti documentano lo studio severo e solitario che impegnarono il giovane musicista alla conquista delle leggi che definiscono il contrappunto polifonico.

I quaderni descrivono il procedere di una ricerca approfondita e sistematica, che parte dai primi passi della Musica Sacra,
ovvero dal Canto Gregoriano, considerato da molti il punto di partenza nella storia della Musica occidentale, per arrivare alla fuga armonica di Bach, ultimo sviluppo dello stile delle voci uguali.
Prima che tutti volgessero il loro interesse verso la melodia accompagnata.

Io credo che Adrian si immerse nello studio del contrappunto polifonico, alla ricerca di quei procedimenti linguistici essenziali, che promossero nel tempo la formazione di intenzioni e significati.
Questa indagine rimase per sempre come l'oggetto dominante
della sua ricerca, volendola definire con un termine proprio
del pensiero armonico.

I quaderni proseguono poi come riepilogazione sistematica di tutti i principi costitutivi del nostro sistema musicale, per arrivare ad una analisi del pensiero melodico, che negli ultimi quaderni si sviluppa in una serie di studi approfonditi
sulla costruzione delle frasi, dei temi e delle forme.

Questi scritti finiscono così per descrivere e testimoniare
il lungo e tortuoso processo di formazione artistica di Adrian Leverkühn, ripercorrendo la storia della sua maturazione musicale, che iniziò il suo cammino dalla Lezione n.1 di Kretzschmar e si interruppe solamente quando la sua ricerca lasciò la via maestra della tonalità per andare a perdersi
lungo i sentieri secondari del sogno dodecafonico e seriale.

Le famose 18 lezioni si tennero dal maggio del 1900 a Weissenfels, cittadina a 70 km da Halle che nel Doktor Faustus viene chiamata Kaisersaschern, dove Adrian soggiornò per nove anni ospite di suo zio.

I quaderni si aprono con un'introduzione a volte ingenua, che non ho voluto omettere perché introduce efficacemente il giovane attento e curioso che scrisse con fervore quasi romantico queste prime pagine ancora immature e trasognate.
Nel 1900 Adrian aveva 15 anni, per come lo immagino io aveva voglia di ridere e non nascose gli aspetti buffi del Maestro, come era solito chiamare Wendel Kretzschmar con un pizzico di ironia.
Ma quese stesse pagine attestano soprattutto la simpatia e il rispetto di Adrian per quel pensatore loquace e appassionato.
Mi piace immaginare che in quei giovani anni, l'allievo considerasse la profonda erudizione di Kretzschmar e la sua verbosità travolgente e incontenibile, come una delle sette meraviglie, una facoltà prodigiosa e ricca di incanti.

Adrian chiude queste prime pagine di diario che precedono i quaderni dichiarando la sua determinazione incrollabile nell'apprendere l'arte della composizione dei suoni, per vivere una vita spesa interamente al servizio della sua Musa.
Una forma di idealismo ancora diffusa in quegli anni,
prima che arrivasse Zarathustra.

Questa risoluzione come sappiamo non venne mai meno in tutto l'arco della sua vita, e lo portò a finire i suoi giorni
vagando senza meta nelle nebbie di una solitudine malata,
dopo aver dimostrato ai pochi contemporanei che gli prestavano ascolto che solo la musica può esprimere la bellezza del dolore umano.

Ho letto molte volte queste prime pagine di diario,
fino ad avvertire con un certo allarme che il mio scrivere
cerca inconsapevolmente di uniformarsi al suo.

Tutte le forme che Adrian ha costruito e sviluppato
finiscono per convincermi tanto, da spingermi alla loro emulazione.
A parziale giustificazione di questo vizio avanzo l'ipotesi che l'imitazione possa essere tollerata come primo inevitabile passo
verso uno sviluppo libero del modello imitato.

Ma questa è già teoria della forma, di cui preferisco parli Adrian, che nei suoi quaderni ne completa una sintesi chiara e sistematica.

Adrian Leverkühn - Primo quaderno di armonia

Weissenfels 10 maggio 1900

Domani inizierò le lezioni di musica con Wendell Kretzschmar, l'organista della città.
Sento di conoscere bene quell'oratore perchè ho assistito a molte delle conferenze che ha tenuto puntualmente il giovedì di ogni settimana per tutti i mesi invernali, alla Società per l'incremento del Bene Pubblico.
I titoli piuttosto esagerati e vagamente ridicoli di queste dissertazioni, erano stati formulati con il proposito di attirare un uditorio numeroso, ma in realtà, nonostante l'offerta piuttosto povera di intrattenimenti culturali, in questo borgo sonnolento e infreddolito, attirarono solo me e pochi altri che se ne andarono molto spesso prima della loro conclusione.

Io invece ho ascoltato con vivo interesse le parole di quell'uomo ispirato e sapiente di musica, di filosofia, di arte e di molte altre cose umane.

Spesso le sue parole mi hanno colpito nel profondo.
Devo ammettere che Kretzschmar mi è davvero simpatico perchè sa unire in modo eroico, una balbuzie ostinata e spesso imbarazzante a uno sforzo quasi commovente di comunicare,
che si esercita su tutto il prossimo con ostinazione, entusiasmo e trasporto.
E questo me lo rende caro.

Le sue conferenze interminabili e a volte stravaganti
per gli esempi musicali suonati sul pianoforte sgangherato della sala e poi sviluppati ancora su una lavagna, con frecce, grafici, pentagrammi e gridolini scomposti, hanno saputo risvegliare un mio antico progetto infantile, che grazie alle sue parole ha ripreso forma e baldanza.

Per definire il segno che quelle parole hanno colpito
devo tornare al vecchio fienile della casa dove sono nato,
quando una sera mi sono ritrovato con tutti i bambini della fattoria, e Hanne la stalliera, ci ha insegnato i canoni infantili.

Fu quella sera (avevo forse dieci anni), che tutta la forza della musica mi raggiunse per la prima volta, in un lampo, una intuizione inaspettata che grazie a quel semplice artificio di entrate ritardate, ha rivelato l'enorme potere che esercita la musica sui miei effetti, come li hanno chiamati, la facoltà di scatenare emozioni irrazionali e piacevolissime, la sua magia,
la sua malia. Fu la prima volta.

Adesso che ci ripenso capisco che fu proprio davanti a quel fienile, nelle serate successive, quando tutti noi bambini ci sedevamo in cerchio per cantare, che iniziai a sviluppare il proposito di conoscere la forza misteriosa che avevo percepito.
Decisi allora di studiarne le leggi e indagarne i segreti,
per poterla infine controllare e utilizzare
come linguaggio che comprenda tutta l'autorità e la forza
implicita in quella suggestione incantevole che è la musica,
regina delle arti perché sa parlarci dell'indicibile,
dove ciò che conta non può essere annotato o aricolato.
Quella determinazione si traduce ora nel sogno più maturo di scrivere "buona musica" (come prometteva il titolo della conferenza di Kretzscmar). Un desiderio rimasto a lungo vago e ancora inattivo, al quale l'incontro con questo organista può forse offrire una possibile realizzazione.
Fu proprio la sua ultima conferenza quella che mi convinse a percorrere con lui questa strada e ad aprire il diario che sto scrivendo.
Ricorderò sempre il cartellone della Società del Bene Pubblico che annunciava l'ultimo incontro della stagione con un titolo altisonante e che prometteva molto:

Cosa è bene sapere per poter scrivere buona musica

Quella sera la sua esposizione del nostro sistema musicale
ha confermato Kretzschmar come uomo molto colto,
di profondi saperi, e dotato di un'intelligenza aperta e forse contagiosa.

Così alla fine della conferenza mi sono presentato
per chiedergli di accettarmi come suo allievo di composizione .
E lui ha acconsentito senza esitazione, avendo riconosciuto in me l'attento ascoltatore delle sue orazioni precedenti.
Ci siamo accordati per una lezioni al mese che si terrà a casa sua, un grande alloggio all'ultimo piano di una casa patrizia vicino al Duomo.
Kretzschmar mi ha subito consigliato di aprire un quaderno di appunti dove scrivere tutto quello di cui parleremo.
Parleremo, lui dice proprio così, ma poi parlerà solo lui.

"Il Sistema Musicale che intendo mostrarti si compone di numerosi procedimenti che, danzando tra loro, generano il miracolo della buona musica. Tuttavia, all'inizio dello studio questi materiali vanno sistematizzati, affinchè ci aiutino a definire e a controllare tutti i diversi passaggi del processo creativo che dovrai affrontare.
E per sistematizzarli non c'è niente di meglio
di un accurato quaderno di appunti.
"

Io ho accettato il suo consiglio di buon grado,
anche perchè il riepilogo e la sintesi fanno da sempre parte
del mio metodo di lavoro e ricerca.
Quindi ho aperto questo nuovo quaderno che chiamerò diario musicale.

Come premessa alla sua prima lezione riporto lo schema che avevo tracciato ascoltando la sua ultima conferenza,
quella che mi ha spinto a propormi come suo allievo, quella che lui ha voluto intitolare:
Cosa è bene sapere
per poter scrivere buona musica

Tutta la teoria necessaria per poter comporre viene comunemente organizzata
intorno a tre grandi contenuti :

armonia Lo sviluppo in senso verticale del suono,
gli accordi, il loro collegamento,
consonanze e dissonanze,
le cadenze,
il modo maggiore e minore,
le triadi e gli accordi di settima,
le modulazioni, le progressioni,
le risoluzioni naturali ed eccezionali delle dissonanze
Le strutture armoniche.
contrappunto Il movimento delle voci,
cioè il trattamento e lo sviluppo
di due o più voci autonome tra loro.

Al contrario della musica omofonica, che si riassume nello sviluppo di voce principale e accompagnamento,
quella polifonica e contrappuntistica si sviluppa su distinte voci di valore autonomo che si incrociano e si separano
concorrendo alla costruzione di una forma musicale unitaria.
L'imitazione.
La forma più elaborata del contrappunto: la fuga.
La fuga di scuola
I fugati e altri principi di fuga
teoria della forma L'inciso e il motivo.
La costruzione di una frase e di un periodo
su principi armonici e melodici.
Le forme monopartite, bipartite,
tripartite, polifoniche, narrative.
Il periodo doppio, la romanza, la sonata, il rondò,
la sinfonia, la canzone e tutte le altre forme.
L'organizzazione di una o più idee musicali in un formato.
La costruzione melodica
 
In realtà dopo questa classificazione così precisa Kretzschmar ha chiarito che questi tre saperi
si combinano tra loro fin dai primi passi:

per poter scrivere un soddisfacente studio di armonia il principiante lo costruirà in 8 battute,
che lo porteranno a ragionare sulla semifrase di 4 battute che dovrà terminare con una cadenza.
In altre parole l'esercizio dell'armonia si collega dai primi passi alla teoria della forma.

Del resto una buona linea melodica merita di essere arricchita da una linea in contrappunto
che la sostenga e magari la esalti (così si è espresso il buon Kretzschmar).

La virtù di questa conferenza è stata quella di descrivere con precisione
il percorso che deve affrontare uno studente senza basi (come me)
per arrivare a esprimersi nel linguaggio dei suoni.
E io, dai tempi di Hanne e dei suoi canoni, ho deciso di affrontare questo percorso, dovunque mi porti.
Cercavo solo un punto di partenza e Kretzschmar sembra sicuro di potermelo indicare.

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