E così è stato, ogni sera un gruppo nuovo,
per almeno trecento sere di musica all'anno.
I cinquanta musicisti di valore che ci sono a Torino hanno soddisfatto questa richiesta di novità organizzandosi in gruppi sempre diversi che vivono grazie alle infinite variazioni del loro mescolarsi tra loro per formare trii, quartetti, quintetti che assumono nomi sempre nuovi.
Sono loro a parlarmi della complessa arte dell'esibizione dal vivo, del rapporto con un pubblico sempre più distratto e poco incline ormai a decifrare costruzioni armoniche complesse,
che non si presentino con un ritmo continuo
e un ostinato che si ripete implacabilmente per l'intero brano.
Serve a non pensare, mi dicono, adesso vogliono quello.
Ale suona il sax con chiunque,
che sia jazz, blues, funky, bossa.
Considera questo ritrovo l'ultimo baluardo di resistenti
che vogliono testimoniare e difendere la sopravvivenza del pensiero musicale.
Forse è un membro della compagnia d'Oriente ma non lo dice.
E' un idealista, gli piace bere, ridere, chiacchierare e suonare il suo sax.
Due sere fa era qui per ascoltare i Lingomania,
guardava quel pubblico distratto e distaccato.
Al terzo bicchiere era ubriaco fradicio e come al solito ha iniziato
a spararle grosse, si è messo a raccontare a tutti
che lui il 16
Maggio del 1906 era a Graz, in Austria,
per la presentazione dell'opera "Salomé" di Richard Strauss,
altro che Lingomania.
Non chiariva le circostanze della sua presenza in quei tempi
ma era sicuro di ricordarli con chiarezza. Lo faceva così, tanto per parlare, per ottenere l'attenzione di tutti.
-Ho visto Puccini, Shonberg, Mahler, Berg..Alma, bellissima, credo di avere intravisto Hitler..era un ragazzetto, poteva avere sedici, diciassette anni..
-Io al tuo posto lo avrei acchiappato subito
e avrei evitato un sacco di grane a tutti quanti,
dice Michele e tutti ridiamo, anche Ale.
Perchè gli piace bere suonare, inventare storie e ridere.
Forse sono questi gli spiriti che cercavo nella premessa di questo diario, anime che ho trovato nella vita reale,
e non sul web come era nelle mie ipotesi, smentite dall'evidenza di essersi rivelato come una sala sempre più popolata ma muta e passiva, un luogo che forse non può che essere conforme a come siamo oggi, del resto che mi aspettavo?
La scoperta di esserne così sorpreso mi ha fatto pensare
a mia suocera che mi ha rimproverato per tutta la sua vita
di vivere solo di ingenuità e sogni fantastici. Forse è stata lei a seminare i primi dubbi ingiuriosi nella mente semplice di Linda.
Comunque ad Ale, il suonatore di sax, non ho voluto dire
che se fosse stato davvero a quella prima a Graz
avrebbe potuto incontrare anche mio nonno,
che era sicuramente presente come testimonia anche Mann nel Doctor Faustus.
Adrian aveva 21 anni e certamente non si sarebbe mai perso un evento musicale di quella portata.
Ma non ho voglia di passare anche qui per eccentrico o visionario o per aggiungermi ai cento cantastorie di questo ritrovo.
Così rido con gli altri e non dico niente.
E mentre la movida notturna in città si scatena in danze tribali e dionisiache, loro quassù in collina si incontrano per consumare jazz, blues, funky, vecchie citazioni nostalgiche e innamorate della musica di una volta. Mi piace questo lavoro.
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L'umore che mi ha portato a scrivere un tango
sarà indotto dalla leggera fragranza di nostalgia che si respira in questo ritrovo,
come se aprisse una porta che rimanda indietro negli anni.
O saranno gli studi di armonia che progrediscono
con l'introduzione di nuovi accordi alterati,
che trovano una sicura applicazione nel tango moderno.
Musica di genere, una forma che non ho mai esplorato.
Contemporaneamente studio gli accordi alterati,
di cui questo tango è una prima applicazione,
preparo la pagina del diario (percorso musica) sui nuovi accordi introdotti,
penso molto alla musica che da questo tango accelera e raddoppia il ritmo
perchè compaiono e si affermano i sedicesimi,
Le possibilità armoniche di questi nuovi accordi,
le seste aumentate le none, la napoletana allargata, il IV alterato...
tutto da digerire, mentre preparo i pochi bagagli che mi servono per partire.
Mann racconta che l'incontro con Esmeralda, durante il viaggio di Adrian
verso Graz segnò l'inizio della sua malattia mentale, dovuta in larga parte
ai guasti della sifilide contratta in occasione di quell'unico incontro.
Io sono certo invece che le cause e soprattutto i principi dell'instabilità mentale del nonno
vadano ricercati in Francia, nel decennio 1920-30 quando Adrian scomparve sulle tracce di Marcel Proust.
Il periodo in cui scrisse i grandi capolavori.
In quei luoghi Adrian aveva trovato qualcosa,
la stessa chiave che cercavo nei suoi quaderni e di cui parlo, dal principio di questa storia.
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