Sono ben consapevole che tre righi indicano una scrittura pianistica quantomeno inelegante.
Ma trovo più facile organizzare il mio acerbo pensiero musicale in questo modo,
quindi mi scuso in anticipo con filologi intransigenti e difensori della scrittura corretta.
E inelegante è anche la versione audio che posso offrire,
campionata, artificiale, piatta.
Ma non sono scontento, è quello che mi aspettavo, uno strumento per chi vuole scrivere musica,
Quello che offre è il privilegio immenso di avere un'anteprima istantanea e orcherstrale
di cosa si sta scrivendo, per
individuarne i punti deboli, quelli sbagliati, scorretti, banali,
e correggerli provando tutte le possibilità che il materiale ammette.
E poi forse è proprio scritto nel destino di questa mia musica
quello di essere pensata, scritta ma non suonata.
L'armonia di questo studio è la sintesi di quello che ho capito sulla modulazione C- Am.
Lo studio parte dalla regione ascendente
del Am e alla fine della quarta battuta conferma la tonalità
con una cadenza perfetta in Am sulla 5 batt.
Ma dalla quinta battuta si presentano solo più accordi neutri appartenenti alla regione discendente minore,
fino al terzo tempo di batt 7, dove il G chiarisce con cadenza perfetta sul C
che eravamo proprio in quella tonalità.
Il cifrato in quel punto segna un G7, ma nella partitura non compare la settima del G ma la nona, di passaggio.
Quindi posso dire che quel cifrato segnala un'intenzione che la pratica non ha trovato modo di esprimere.
Non ho trovato posto per quel F in questo periodo per piccole mani.
Anche qui seguo il mio orecchio, e questa sarà una regola ricorrente
del sistema compositivo
che sto cercando di sviluppare.
Il tema è un semplice intervallo di 4a che si ripete uguale nelle prime 2 battute
la seconda frase si apre con la stessa ripetizione ma l'intervallo di 4 è rivoltato nella sua 5 inferiore.
Tutto sarebbe semplicissimo da spiegare se non fosse per quel A alla 3 batt,
che non è A7 come scrive il cifrato
ma un semplice bicordo che può far pensare ad un accordo di A maggiore.
Se fosse un C naturale sarebbe molto semplice intendere l'accordo come Am che
risolve il E7 che lo precede.
Ma all'ascolto , quello per me deve essere C#,
forse avverto necessaria una lontana progressione che non so ancora individuare.
Può essere che il E7 che lo precede risolva in A magg anziche Am,
o forse quel D, sul quale C# risolve,
gradisce una sensibile che lo annunci.
Comunque quel C# è stato imposto dal mio orecchio e questo mi dice che una volta scritto
il pezzo va ascoltato e corretto, provando diverse soluzioni fino a trovare
quella che per me è naturale e insieme sorprendente.
Fino ad arrivare alla soddisfazione formale.
Solo allora sento di avere completato quello studio,
anche se è solo l'inizio
di un pensiero musicale.
Voglio sperimentarne altri, altre soluzioni, altri strumenti, altri linguaggi.
|