Mi piace il modo minore.
Dicono che sia il modo dei malinconici, un ambiente di cui faccio parte solo occasionalmente.
Eppure la musica malinconica mi colpisce in modo più intenso
di quella allegra, trionfale o ritmata e ballerina.
E in questo studio riconosco una malinconia latente. Quasi un rimpianto.
In realtà poi mi chiedo se queste interpretazioni
siano solo sciocchezze extramusicali
o se la musica "degli affetti"
sia una consuetudine
artistica inseparabile dall'atto creativo.
Nella concretezza intramusicale, la cellula motivica di questo studio è una salita diatonica di note.
Anche qui come nello Studio 2, credo che il punto di maggiore interesse
sia lo spostamento della cellula su tempi diversi della battuta,
(nella prima battuta è sul terzo tempo, nella seconda è al secondo tempo e alla terza
si presenta sul primo).
Alternando
l'attacco del motivo tra battere e levare.
Per definire il modo minore ho assegnato la prima frase
alla regione ascendente
e la seconda a quella discendente.
La seconda frase non finisce sul I ma sul V, per consentire il ritorno a battuta 1.
La ripetizione naturalmente propone il riascolto solo per facilitare l'analisi del periodo.
Infatti nella pratica come ho già detto il secondo periodo non sarà mai ripetuto letteralmente
ma sempre variato o sviluppato.
Questo periodo finisce quindi con il V (E7), che si trasforma in VII (G#dim), un suo sostituto.
La scala ascendente della melodia di battuta 8 serve a provare
la bontà degli argomenti di Kretzschmar e del suo collega Schönberg
a proposito dei punti di volta.
Effettivamente questi precedimenti sembrano rendere il linguaggio più solido e coerente.
Ci sono tre note puntate che danno inizio all'esplorazione di questo valore ritmico.
La loro introduzione comporta come al solito la necessità di una sua giustificazione motivica.
In parole più semplici va definito il motivo del loro utilizzo, che deve essere musicalmente motivato,
accogliendo quindi il doppio significato del termine "motivo",
inteso come ragione, causa,
o come elemento musicale che ricorre nella melodia
magari variato o sviluppato, ma riconoscibile.
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